correva l'anno 1981
Tutto ebbe inizio in quell’anno, allora non sapevo neppure di che materiale fossero costruite le barche e i gommoni oppure come facessero a muoversi, ma mi affascinava l’idea di poter galleggiare in mezzo al mare e per questo, iniziò un periodo della mia vita che mi ha portato ad oggi che sto scrivendo queste righe, nel quale non posso più fare a meno della barca nel mio tempo libero, ormai il navigare fa parte della mia esistenza, nel bene e nel male, si perché questo periodo è stato molto movimentato e pieno di sorprese, quasi sempre negative, vuoi per inesperienza vuoi per sfortuna, ma nonostante tutto non ho mai mollato,…. quando la passione per il mare ti entra nel sangue, non ne puoi più fare a meno e non ti può bastare guardarlo dalla riva… devi andare….
Mare, Lago, Canotto o Barchino, ..non importa il luogo o il mezzo, l’importante è trovarsi sopra all’acqua su qualcosa che galleggia…. è già… è proprio questo il primo problema, ma iniziamo dal principio.
Gennaio 1981, io (22 anni) assieme a Gino (23 anni), un amico fino dal tempo delle scuole medie, avevamo una passione in comune, la pesca, purtroppo però la nostra specialità era la pesca “del Giunti” (acqua fino ai coglioni e pesci punti) e dopo aver girato in lungo e in largo tutti i corsi d’acqua della ns. zona decidiamo una battuta di pesca al Lago Trasimeno, ne restiamo entusiasmati, non si chiappa nulla, ma la grandezza del lago ci affascina, certo se avessimo a disposizione un barchino tutto sarebbe diverso… e incominciamo a fantasticare su prolifiche battute di pesca a bordo del ns. yacht personale e ..sogna, sogna.. decidiamo concretamente di andare a vedere qualche occasione, ma viste le ns. buste paga e i prezzi in circolazione abbandoniamo l’idea dello yacht e dedichiamo le nostre attenzioni alla ricerca di un gommone… di 7 Mt? nooo…. di 6 Mt? nooo….. di 5 Mt? nooo… di 4 Mt? nooo… di 3,5 Mt? bah!… se ne troviamo uno usato potremmo anche arrivarci a comprarlo, magari con un 15cv (sempre usato) e allo scopo ci rechiamo a Empoli dove abbiamo sentito dire che esiste un concessionario di barche, motori e gommoni, …breve ricerca e eccoci in negozio.
A&A Sport, questo era il suo nome, il proprietario, il Sig. Alderighi, un omone alto e grosso con la barba ci accoglie con gentilezza, ma una volta spiegato cosa cercavamo ci guarda dai capelli ai piedi e con un sorriso ironico sulle labbra ci dice:
Signori, io ho 3 gommoni usati tra i 3.5 e i 4 Mt ma considerando le Vs. moli (200 Kg in 2) e considerando che ci volete pescare non mi sembra veramente il caso, in più Gino non sapeva neppure nuotare e nessuno di noi due aveva mai visto così da vicino una barca o un gommone, curiosa fu l’espressione del venditore quando guardandoci negli occhi disse: se a vi trovate in mare vicino a riva e per disgrazia vi scappa una curreggia, con questo gommone, Vi ritrovate a 50 km da terra…… ma aspettate (disse) ho io quello che fa per Voi e portandoci in un altro salone ci mostrò un oggetto che a noi parve un incrociatore.
Era un Gobbi 440 Family, motorizzato con un Jonhson da 20 Cv che faceva sfoggio di se sopra un carrello rosso della ditta Ellebi, la barca era esattamente quello che avevamo sempre immaginato nei ns. sogni, tutto spazio, due sedili dietro protetti da due parabrezza distinti che lasciavano ampio spazio per passare da davanti a dietro (prua o poppa all’epoca non sapevamo neppure che esistessero)..ma il costo?
Quell’omone grosso ci disse: signori se Vi interessa posso farvi un preventivo, ma non mi fate perdere tempo con successive richieste ditemi quello che volete e Vi darò il prezzo, non mi ci fate ritornare sopra perché per una barca così non posso perdere ulteriore tempo; noi intimoriti dalla possibile richiesta e dalla assoluta incapacità di una valutazione obbiettiva dell’oggetto (non ci capivamo proprio nulla) ci guardammo in faccia e dicemmo… e facciamola questa cazzata… ci faccia questo preventivo, dopo pochi minuti il sig. Alderighi ci chiama e ci dice, allora Barca + Motore + Accessori di legge ed escluso il carrello viene 1.800.000 £, 900.00 £ a testa, prendere o lasciare.
Prendemmo un giorno per riflettere, ma la razionalità lasciò subito il posto alla bramosia di possedere una barca, ma…. chi lo dice a mia moglie ..disse Gino e io che ancora non ero sposato pensai… come faccio a dirlo a Gloria (la mia ragazza) e ai miei genitori?…. la soluzione fu immediata e unanime… non si dice nulla a nessuno e si mettono davanti al fatto compiuto.
La settimana successiva, ufficialmente uscimmo di casa per andare a pescare, ma invece andammo a ritirare la barca.
Mentre il Sig. Alderighi ci spiegava quale era il davanti e quale era il dietro della barca ci disse… e adesso dove la portate?…..mah… boh….(fu la nostra risposta), al mare sicuramente no affoghereste subito, disse, io vi consiglierei il Lago Trasimeno… (mai consiglio fu bene accetto e tanto prezioso) e indicandoci Passignano sul Trasimeno come luogo ideale per le condizioni meteo di quel giorno, ci ricordò che dovevamo riportargli il carrello il giorno successivo (intero possibilmente).
Arrivati a Passignano il primo dubbio ci assalì con terrore… e ora come si fa a mettere la barca in acqua? Ce la faremo di peso? forse esiste una tecnica particolare a noi sconosciuta? Mentre pensavamo a come avremmo potuto fare, sulla ns. Dx ci appare la darsena di Passignano e imboccata la strada che porta al porticciolo vediamo una grande spiaggia…. idea..!!! portiamo il carrello vicino all’acqua e il gioco è fatto…. semplice… ma…. dopo pochi Mt, la macchina si ferma … le ruote sono sprofondate nella sabbia…. accidenti e ora?… altra idea geniale… sganciamo il carrello e lo spingiamo a mano, e una volta sganciato, riuscimmo a fare una decina di Mt ma arrivati dove c’era la sabbia più soffice non ce la facevamo più … mancava poco forse altre due braccia e ce l’avremmo fatta… si ma a chi chiedere aiuto?
Sulla spiaggia, poco distante c’era un gruppo di ragazzi sdraiati,cosa ci facessero di Febbraio sdraiati sulla sabbia in riva al Lago Trasimeno ancora lo devo capire… ci avvicinammo e chiedemmo aiuto, bastava una spinta…. ma la risposta del primo fù…. sono troppo stanco…. e gli altri si unirono in coro solidali.
Ritornati al carrello lo spingemmo nuovamente verso l’auto e una volta riagganciato ritornammo alla darsena, dove un omino grassottello armeggiava a una gru semovente…..ecco la ns. soluzione dissi e interpellato ci rispose che forse..più tardi… era probabile che potesse aiutarci, ma incuriosito ci chiese… e dopo dove la lasciate? Noi ci guardammo in faccia e sorpresi da quella stupida domanda dicemmo… nell’acqua è ovvio…lui, Socci Luciano, titolare con la moglie del negozio Brunella Sport, venditore di Barche e accessori nautici, proprio lì all’interno della darsena, scoppiò in una risata e disse… ma da dove venite? non si possono lasciare le barche in acqua liberamente… occorre un ormeggio, pagare una somma mensile, avere una assicurazione… ecc. e a Passignano di posti non ce ne sono…… nemmeno uno….
Credevamo di sognare, o meglio di essere entrati in un incubo, ma come è così difficile e complicato mettere in acqua una barca e lasciarcela e ora che facciamo? La riportiamo indietro e la rivendiamo? Luciano mosso da compassione (e avendo visto i polli) ci propose una soluzione “Dentro – Fuori” che stava a significare, che la barca la teneva nel piazzale durante la settimana e al momento che decidevamo di utilizzarla bastava telefonargli e avrebbe pensato lui a metterla in acqua, il tutto per la modica cifra di 50.000£ mensili che a noi parvero subito uno sproposito, ma non avendo alternative ragionevoli accettammo e aspettammo con ansia il momento della messa in acqua con la gru.
Al momento del Varo (che si chiamava così ce lo disse lui), ci fece notare che la barca era messa piuttosto male nella carena, erano infatti presenti numerose toppe di vetroresina, ma per noi si voleva solo fare bello, dato che anche lui vendeva barche e una volta e acceso il motore invitai Gino a salire, ma prima indossò un nuovissimo salvagente di un bellissimo arancione ma talmente arancione che faceva luce anche al buio e se lo strinse bene in vita, ma io, che non avevo la minima idea di come si governasse una barca, durante le manovre per andare all’ormeggio urtai una decina di volte contro tutto quello che c’era nel raggio di 100 Mt compreso nella banchina con il motore in retromarcia, ma perché in questa barca non ci sono i freni?…dissi abbastanza incazzato!!!
Una volta capito come ormeggiare (quante cose abbiamo imparato in solo giorno) riusciamo a uscire tutti e due insieme per fare il primo giro della nostra vita sulla nostra barca, ma data l’ora tarda (nel frattempo era quasi diventato buoi), ci accontentiamo di fare solo poche centinaia di Mt con il motore al minimo per non sforzarlo e decidiamo di rientrare…… per oggi le emozioni sono state anche troppe… aggiungiamo soddisfatti… ma ecco il primo problema della lunga serie che mi accompagnerà per un ventennio… improvvisamente ripartendo da fermi notiamo che il motore gira… gira anche bene, ma la barca non si muove! e come è possibile?…proviamo a mettere e togliere la marcia ma non cambia nulla, la barca rimane immobile.
Prima che sconforto e paura ci assalgano, innestiamo per combinazione la retromarcia e la barca inizia a muoversi..(all’indietro ovviamente) e noi, per paura che si potesse rifermare di nuovo decidiamo di rientrare in porto a marcia indietro… un modo sicuramente inglorioso di rientrare in porto alla Ns. prima uscita …. ma la paura di restare di notte, alla prima navigazione della nostra vita, in panne, nel lago, ci fa superare ogni problema…… dopo una ventina di minuti arriviamo all’ormeggio e al momento di mettere la marcia avanti la barca non ne vuol proprio sapere si avanzare, spengiamo il motore, ci aiutiamo a ormeggiare con le mani e una volta saldamente fermati alla banchina esplode tutta la nostra rabbia verso il proprietario dell’ A&A Sport di Empoli colpevole di averci imbrogliato con il motore, di averci messo in mezzo, di averci rifilato un bidone e lasciata la barca in acqua abbiamo smontato (e quella fu la prima di una lunga serie) il motore e caricato nella bauliera siamo tornati a casa con il morale a pezzi… ogni tanto dicevamo…”ce lo facciamo cambiare”…”ci ha imbrogliato” ..”ci faremo ridare i ns. soldi”.
Il giorno dopo, una volta in negozio, esterniamo a voce alta tutto il ns. disappunto per l’imbroglio ricevuto e lui richiamandoci alla calma chiede di descrivere esattamente l’accaduto e alla sua richiesta, se avevamo per caso urtato col l’elica in qualche cima (corda per noi) abbiamo detto noo… in qualche corda no… ma abbiamo sbattuto 12 volte contro il molo, 8 volte contro i pali dove fermano i traghetti, 6 volte contro i massi all’inizio della darsena…. a questo punto Il sig. Alderighi scoppia in una risata e meleggiandoci bene bene ci spiega che con quel tipo di motore se l’elica tocca in un corpo rigido si spezza uno spinotto di protezione del costo di 100£ che ha la funzione di impedire che l’elica stessa si rompa nell’urto, nei motori più moderni questa funzione è stata sostituita da un meccanismo chiamato parastrappi…..quindi il motore (anno 1969 la sua produzione) salvo nuova verifica, era da considerarsi perfetto, un vero gioiello a suo dire, altro che bidonata.
Con la coda tra le gambe siamo ritornati a casa, un po’ sollevati dalla spiegazione del venditore, ma sempre molto impauriti per tutti i problemi che avevamo dovuto risolvere quel ns. primo giorno da “marinai” e a quelli che avremmo dovuto risolvere fino a che avremmo deciso di tenere la barca.
La settimana successiva, ritirato con le ns. scuse il motore, avremo avuto a che fare con la vera fregatura che avevamo ricevuto , che non riguardava il motore ma bensì lo scafo.
Una volta rimontato il motore, Gino si accorge che il pozzetto di raccolta dell’acqua a poppa (si dice così) era pieno, lui facendomi osservare che quella settimana non era mai piovuto aziona la pompa di sentina elettrica, io dico, vedi, Gino, siamo su una barca, è normale che all’interno ci sia dell’acqua.
Dopo 20 minuti che dal tubo dello scarico della sentina continuava a uscire acqua, ho rincarato la dose aggiungendo, se continuiamo così rischiamo di bruciare la pompa e poi non vedi che il livello nel pozzetto di raccolta è sempre lo stesso? è chiaro adesso che in barca l’acqua nel pozzetto di deve stare, altrimenti si sarebbe vuotata……
Gino, che mi dava retta, ma pensava con il suo cervello annuì… ma non era assolutamente convinto… c’era qualcosa, secondo lui, che non andava nel mio ragionamento.
Nella prima vera uscita abbiamo riscontrato una velocità Max della barca di circa 5 nodi che praticamente era la stessa che al minimo…. bà sbottai io, si vede che la barca è pesante e il motore poco potente… e più di così non và…
Molto divertente la settimana successiva, quando arrivati a Passignano con la scusa di guardare un posto per pescare, con la moglie di Gino e la mia ragazza (che sarebbe poi diventata mia moglie), facciamo finta di voler guardare le barche e incuriositi proprio da quel Gobbi 440 Family con uno splendido 20 CV Jonhson (loro erano ancora all’oscuro di tutto)
decidiamo di salirci sopra per controllare se a noi poteva andare bene… loro, impaurite dal fatto che potesse arrivasse il proprietario, scapparono e entrarono in auto, dandoci di pazzi scatenati… noi, in tutta calma avviciniamo la barca alla banchina e saliamo a bordo e da lì, fieri come non mai, le invitiamo a fare altrettanto.
Incuriosite dalla ns. tranquillità, scendono di macchina e mettendo in moto quello splendido meccanismo che risiede nella loro testa… intuiscono che forse le avevamo nascosto qualcosa, siamo in ansia per la loro reazione ma alla conferma che la barca era proprio la nostra si mostrarono stranamente contente… e invitate nuovamente a salire a bordo, questa volta in qualità di “Capitani di lungo coso” accettano molto volentieri, ogni tanto si guardavano intorno con la paura che qualcuno ci potesse brontolare, ma data la stagione (Marzo) e nessuno che ne avesse il diritto… la paura passò presto…..e noi ci rilassammo, fieri della nostra barca….. una cosa però continuava a turbare i sonni di Gino…. quella stramaledetta acqua in pozzetto che a volte raggiungeva anche i piedi e che non andava via neppure dopo 1 ora di lavoro della pompa di sentina, in aggiunta al fatto che la barca andasse così piano…. ma io, forte del mio sapere, (sono un tecnico specializzato, in fondo…) continuavo a tranquillizzare Gino, dicendo:
l’acqua in una barca ci deve stare…… và così piano perché il motore è piccolo…. ma lui, che era già un uomo maturo (sposato e con una figlia anche se abbiamo quasi la stessa età) non ne era proprio convinto… non riusciva a capire cosa …. ma qualcosa …… non andava.
La settimana successiva, scoperta la barca dal telo, notiamo che il livello interno dell’acqua era enormemente aumentato al punto di ricoprire tutto il piano di calpestio da prua a poppa, a quel punto guardandolo negli occhi ho capito che ero proprio uno stronzo, “FORSE L’ACQUA IN UNA BARCA … NON CI DEVE STARE….”
Chiamammo Luciano Socci, titolare dell’ormeggio e venditore di barche e facemmo alare la barca, a… già dimenticavo, una volta accettato di pagare 50.000 al mese, stranamente un posto fisso in acqua si era liberato e lo scafo era sempre rimasto in acqua… la sua diagnosi fu:
lo scafo è un colabrodo, è una fortuna che ancora non sia affondato, tutti quei decori “Naif” che erano sulla carena e adesso chiari anche a noi, indicavano inesorabilmente i ripetuti tentativi di ancorare sulla spiaggia superando una barriera di scogli……. le riparazioni (decine) erano state fatte in malo modo e la ns. fortuna fino a quel momento era che non essendoci troppi buchi sul piano di calpestio di acqua non ne era entrata a sufficienza per farla affondare.
Il rimedio era: tagliare lo scafo in tre pezzi e una volta riparati i vari tronconi riunire i pezzi con una delicata operazione di chirurgia plastica (ovviamente ci prendeva per il culo) ma noi ci credemmo e fu a quel punto che il destino nautico di Gino e il mio si divise (per tentare un timido riavvicinamento dopo qualche anno).
La situazione familiare di Gino era cambiata da poco (altra figlia in arrivo) e lui non se la sentiva di continuare quella avventura fu così che intrapresi la lunga avventura da solo....solamente in questo anno sono riuscito a cambiare 3 Barche.....è si prima di trovare quella giusta ne ho dovute comprare 3 in tre mesi, il Gobbi come avrete capito era da buttare e così l'ho dato indietro per un motoscafo ...di un cantiere famosissimo...di nome DANIEL...credo che abbia fatto solamente una barca in tutta la sua attività...cioè la mia..non era bellissima ma era molto robusta così robusta che in 2 mesi è andata a fondo 4 volte e il Sig. Socci Luciano mi aveva quasi convinto che il motivo era perché andavo troppo vicino alle canneggiole (il Trasimeno ne è pieno sulle sponde) e queste me la bucavano......la goccia che fece trabocarre il vaso fu quando mi chiamarono dal campeggio dove avevo messo sia la Barca che la Roulotte (in questo anno i miei comprarono una Nardi) per dirmi che della Barca all'ormeggio si vedevano solamente le cime...tese verso il fondo del lago...molto probabilmente la barca era là sotto......
Cambiato il Daniel, cambiai anche motore e presi un nuovissimo e fiammante EVINRUDE 20 Cv taroccato a 25 Cv e lo acquistai a Colle di Val D'Elsa (SI) da Elvo Loggini che stava iniziando a vendere barche e motori, mentre la Barca me la feci cambiare sempre dal Sig. Socci Luciano e questa volta optai per una barca tutta aperta (era l'unica disponibile) ed era Luglio...al rientro nel posto al campeggio "Camping Punta Navaccia di Tuoro sul Trasimeno" mi dissero che il posto dove avevo messo la barca era riservato a una persona che aveva cambiato barca da poco....io gli dissi che ero sempre io e quella era la terza.....comunque..passai un Luglio e un Agosto indimenticabili....finalmente tutto era splendido, il Campeggio (che esiste ancora, anzi adesso è diventato molto bello), il lago, che aveva acque verdi ma pulite...e la barca, questa volta di un cantiere un po' più famoso, il suo nome era "Ma.Re.Po Cobra" era talmente robusta che è ancora in piena efficienza....mentre scrivo (17 Febbraio 2001) è utilizzata da un signore a Cecina (LI) ed è sempre in ottime condizioni.
e........... continua......nel 1982